Ritorno dal Nulla

domenica, settembre 17, 2006

La creazione del mostro marijuana

La Cannabis, secondo Ernest L. Abel, è stata usata dall'uomo per almeno 12.000 anni. Per i primi 11000 e rotti anni di convivenza fra esseri umani e canapa, nessuno si preoccupa particolarmente del fatto che questa pianta, almeno nelle sue varietà meridionali, è anche una potente sostanza psicoattiva. Semmai, questo la rende anche più interessante.

In Europa, intorno al 1850, lo psichiatra Moreau di Tours ne studia gli effetti confrontandoli con le manifestazioni delle malattie mentali, e gli adepti del Club des Hachischins di Parigi, tra i quali Gautier, Dumas padre e Baudelaire, descrivono le loro sensazioni di raffinati e colti mangiatori di canapa indiana che frequentano i teatri, i concerti, l'opera, e scrivono romanzi e poesie.
Anche negli Stati Uniti d'America, nel 1857, il rispettabile signor Fitz Hugh Ludlow di Poughkeepsie, stato di New York, avido cultore delle Mille e una notte e delle Confessioni di De Quincey, descrive in un libro (The Hasheesh Eater, negli anni settanta uno dei cult-books della letteratura alternativa americana) le sue straordinarie esperienze con l'estratto di Cannabis indica comprato nella farmacia sotto casa.
Ma un destino avverso era in agguato...

Nel 1892 nasce ad Altoona, Pennsylvania, USA, il piccolo Harry J. Anslinger. Ottavo e penultimo figlio di un barbiere immigrato dalla Svizzera, che aveva tardivamente trovato un impiego nelle ferrovie, il pargolo crescendo, si sarebbe trasformato in un potentissimo burocrate destinato a lasciare un bel segno nella storia poliziesca, non solo americana, del Novecento e avrebbe attivamente contribuito a rovinare la vita di milioni di esseri umani sparsi in tutto il mondo.

Vi racconterò solo una piccola parte delle sue imprese, quella che riguarda la vera e propria creazione dal nulla del mostro marijuana.

Negli Stati Uniti di inizio '900, la marijuana continua a essere usata senza clamore. La fumano abitualmente i musicisti di jazz di New Orleans e i braccianti messicani del Texas e della California.
La comprano in farmacia per il mal di testa, l'insonnia o chissà cos'altro migliaia di rispettabili cittadini dal New England alla Florida, dalla Georgia all'Oregon.
Del resto, salvo qualche restrizione locale per l'uso dell'oppio da fumo, la stessa cosa vale per l'oppio, la morfina e la cocaina, tutte in libera vendita non solo nelle farmacie, ma anche nelle drogherie o per posta.

Ma nel 1914, dopo anni di dibattiti nati con la questione dell’oppio in Cina (di cui parleremo in una prossima occasione), entra in vigore una legge che regolamenta l'uso dei 'narcotici' (oppio e derivati, cocaina) assoggettandoli a prescrizione medica.
In questa legge, tuttavia, la Cannabis non è ancora presa in considerazione.
Poi, nel 1919, nasce il Proibizionismo con la P maiuscola:
anche l'alcool è fuorilegge.

Ed è in questo clima che il piccolo Harry J. cresce e coltiva le sue ambizioni. Come molti giovani intraprendenti, tenta molte strade.
Per un pò, fa anche il pianista in un cinema muto.
Ma poi, sul finire degli anni '20, ottenuto l'incarico di vice-console a Nassau, nelle isole Bahamas, Anslinger riconosce la sua vera vocazione di poliziotto.
A Nassau (Bahamas) regnano i contrabbandieri di alcolici che, del tutto ignorati dalle autorità britanniche, fanno fior di dollari inviando liquori negli Stati Uniti. Anslinger, indignato per la scandalosa indifferenza dei rappresentanti di Sua Maestà verso una legge degli Stati Uniti, riesce a negoziare con gli inglesi un accordo per controllare sistematicamente le rotte delle navi per e dagli Stati Uniti. Questo accordo internazionale complica molto la vita dei contrabbandieri, e il successo porta all'assegnazione di Anslinger alle dirette dipendenze del Ministero del Tesoro - è forse solo una malignità osservare che nel frattempo il nostro aveva sposato una nipote del ministro...

Il controllo dell'alcool e dei narcotici negli Stati Uniti era stato assegnato al Ministero del Tesoro in quanto secondo l’Harrison Act ogni uso lecito di queste sostanze prevedeva il pagamento di una tassa.
Solo in questo modo si era infatti riusciti a imporre una legge a livello federale, valida per tutti gli stati dell’unione.
Anslinger dapprima si occupa solo della lotta contro l'alcool, ma nel 1930 nessuno è più qualificato di lui per assumere l'incarico di Commissario del neonato Federal Bureau of Narcotics, con pieni poteri per la lotta alla 'droga'.
Il fallimento del Proibizionismo dell'alcool è già più che evidente, tant'è vero che nel 1933 Roosevelt chiude il “nobile esperimento”:
in quell'anno la birra e nel 1934 i liquori tornano sul mercato lecito.
Per fortuna restano proibite le altre droghe.
Anslinger non si limita alla tradizionale partita a guardie e ladri un affare a me, una tangente a te contro gli oppiacei e la cocaina. Fa sul serio. Mette in luce grandi qualità di spietato ed efficientissimo burocrate: attacca brutalmente gli avversari più deboli, aggira abilmente le obiezioni dei più autorevoli, letteralmente perseguita qualche medico che continua a prescrivere 'droghe' ai suoi pazienti tossicodipendenti.

Ma non è questo che ora ci interessa. Ci interessa come Anslinger lucidamente partecipi alla creazione di un nuovo mostro, e al momento buono lo getti in pasto all'opinione pubblica ancora scossa dalla Grande Crisi, contemporaneamente promuovendo se stesso e il Bureau come uniche forze capaci di contrastare il Male.

L’ambizioso Anslinger cerca infatti nuovi spazi di azione e di potere.
La cattiva fama della marijuana, a cui ha già opportunamente contribuito, glieli offre su un piatto d'argento.
Qui sono le vere basi della 'guerra alla droga' che continua ancora oggi: non si può infatti escludere che senza le capacità tecniche, l'abilità politica, e l'ambizione di Harry J. Anslinger, la proibizione dei narcotici avrebbe fatto l'ingloriosa fine di quella dell'alcool.

Ed ecco, a buona memoria, come un ambizioso burocrate perseguendo i suoi personali interessi politici, può riuscire a cambiare lo stato delle cose.

Anslinger inizia a documentarsi sulla marijuana:
perché mai era stata esclusa dall'Harrison Act?
Ottiene dalla potente Associazione Medica Americana (AMA) un documento in cui 29 su 30 fra farmacisti e medici descrivono perché la Cannabis non va confusa con i “narcotici”: Anslinger seleziona l'unica opinione dissenziente.
Come in tutte le storie di successo, il caso ha la sua parte: proprio in quel periodo, lettere di cittadini allarmati per la diffusione di questa 'nuova' droga cominciano a comparire sui giornali (specialmente a New Orleans) o arrivano direttamente al Narcotics Bureau.
Qualche articolo solleva il caso su riviste mediche o legali.
Il consumo di marijuana si espande nelle grandi città del nord-est, soprattutto - sembra - fra i giovani.
Anslinger raccoglie (e magari ispira) documenti, infiltra i suoi agenti fra i venditori e i consumatori di marijuana, segue con attenzione il crescere di un embrionale movimento anti-marijuana.
Ma è prudente.
Nel 1934 è sotto attacco e rischia di perdere il posto.
In lettere dirette ai più stretti collaboratori del presidente Roosevelt viene accusato di farsi solo pubblicità e di costruirsi una carriera a spese di persone malate e infelici. Un senatore lo denuncia come razzista e ne chiede le dimissioni.
Anslinger non si espone, ma fa muovere dietro le quinte potenti amici.
Confermato nell'incarico, si rimette in luce con l'attacco finale sulla marijuana, di cui chiede ripetutamente l'inclusione nelle leggi proibizioniste. Nelle parole di Larry Sloman, "alla fine del 1935 la nuova strategia di Anslinger sembrava funzionare, forse anche troppo bene. Focalizzando l'attenzione sulla marijuana (...), una specie di Frankenstein era stato mandato libero per il paese".
I giornali scandalistici rispondono.
La marijuana diventa la 'droga assassina', responsabile di omicidi a catena. Nel 1936, il giornalista Kenneth Clark inizia così un suo articolo pubblicato su una grande catena di giornali: "Sconvolgenti crimini di violenza stanno aumentando. Assassinii, stragi, crudeli mutilazioni, ferimenti, compiuti a sangue freddo, come se un orrendo mostro percorresse impazzito la terra. Le allarmate autorità federali e statali attribuiscono molte di queste violenza alla 'droga assassina'.
Così gli esperti chiamano la marijuana".

Anslinger ha ormai deciso che la gravità del caso marijuana richiede l'inclusione nella legge federale sui narcotici. Tuttavia, non è facile abbattere gli ostacoli tecnici e costituzionali, e Anslinger prende prudentemente una strada tortuosa che permetta di aggirarli.
Già da tempo tiene un ricchissimo archivio di appunti, notizie e soprattutto storie orripilanti sulla killer drug, la 'droga che dà il piacere di uccidere senza motivo. In una serie innumerevole di interventi pubblici, sono ripetute all'infinito le sue 'potenzialità maligne': demenza, pazzia, decadimento fisico, fino ad accessi di rabbia delirante che spesso sfociano in efferati delitti...

Anslinger ingigantisce il problema anche perché questo è il modo migliore per ottenere sempre maggiori finanziamenti per il Narcotics Bureau e quindi, sempre più potere. E il mostro appena nato cresce sano e robusto. Nel gennaio 1937 viene convocata da Ministero del Tesoro una Conferenza per la valutazione dello status della Cannabis sativa.
Il 27 aprile, iniziano al Congresso le sedute sul Marijuana Tax Act.
Segue il Senato. Nel luglio, il tocco del maestro: Anslinger pubblica nell'American Magazine (in collaborazione con C.R. Cooper) un articolo rimasto famoso: 'Marijuana: assassino della gioventù'.

Il pieno successo non può mancare. Nel 1937, 46 stati su 48 avevano ormai aggiunto la marijuana alla lista delle sostanze proibite.
A quel punto, Anslinger lancia la campagna finale per la proibizione a livello federale, riuscendo a far pubblicare una serie di articoli scandalistici su fatti molto sanguinolenti più o meno falsamente attribuiti all'uso di marijuana. Il JAMA pubblicò il 1 maggio 1937 un vigoroso articolo contro la proibizione della marijuana, che anzi attaccava anche la proibizione dei narcotici di 23 anni prima:
“Dopo più di 20 anni di sforzi del governo federale e la spesa di milioni di dollari, l'uso dell'oppio e della cocaina sono ancora ampiamente diffusi. (...)
Quale ragione ci può essere per credere che migliori risultati si otterranno ... per sopprimere l'uso di una droga come la Cannabis?
Certo è altrettanto facile da contrabbandare e da distribuire come l'oppio e la cocaina.
Inoltre può essere coltivata in molte regioni degli Stati Uniti e anzi, cresce selvatica nei campi e lungo le strade”.

il primo settembre 1937, il Marijuana Tax Act - la legge proibizionista che bandì ogni uso non medico della Cannabis, sul modello dell'Harrison Act del 1914 - entra in vigore.
Nel 1937 c'erano ancora almeno 28 prodotti farmaceutici che contenevano Cannabis, ma l'uso medico diminuì molto rapidamente e la C. fu alla fine esclusa dalla Farmacopea Ufficiale USA nel 1970, dopo anni in cui era caduta completamente in disuso.


Articolo di Claudio Cappuccino, membro del comitato scientifico di "Forum Droghe" e del consiglio direttivo di ACT (Associazione per la Cannabis Terapeutica). Collabora a "Fuoriluogo", "Narcomafie" e alla newsletter "Medical Cannabis" (http://medicalcannabis.listbot.com)

( Fonte: www.toolsantipro.it )